Polizia Penitenziaria, Cartabia: “Il Paese vi deve gratitudine”

Jun

15

2021
La ministra Marta Cartabia alla festa del Corpo della Polizia Penitenziaria
La ministra Marta Cartabia alla festa del Corpo della Polizia Penitenziaria

 

“Garanti della sicurezza e custodi dell’umanità dolente” così la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in un passaggio del discorso tenuto in occasione della Festa del Corpo della Polizia penitenziaria, che oggi ha celebrato il 204esimo anno dalla fondazione, si è rivolta alle donne e agli uomini che lo compongono. “Svolgete indispensabili funzioni di sorveglianza ma siete anche partecipi dell’opera di rieducazione, che richiede una professionalità delicatissima, capace di dosare fermezza e sensibilità”.

La cerimonia, che si è tenuta presso la Scuola di formazione e aggiornamento del personale ‘Giovanni Falcone‘ di Roma, ha visto la partecipazione, oltre che della Guardasigilli e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernando Petralia, anche del presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, e ha ricevuto il messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che già ieri aveva incontrato al Quirinale una rappresentanza di appartenenti alla Polizia penitenziaria, accompagnati dai vertici dell’amministrazione.

La Ministra ha voluto innanzitutto ricordare quanti hanno perso la vita a causa del Covid e, poi, rivolgendosi a tutti coloro che “ogni giorno indossano la divisa della Polizia penitenziaria” ha voluto esprimere la gratitudine che tutto il Paese deve loro, per il delicato compito che – ancor più in questa drammatica situazione – sono chiamati a svolgere.

“Quando ci siamo incontrati all’inizio del mio servizio al ministero, in occasione della visita al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il 2 marzo scorso, vi avevo chiesto un minuto di silenzio per chi ci aveva da poco drammaticamente lasciati. Vorrei che anche oggi il nostro primo pensiero fosse per chi non è più tra noi: un pensiero per loro e per i familiari” ha esordito la Ministra, chiedendo ai presenti di osservare un minuto di silenzio per tutti gli agenti deceduti e anche per chi ha deciso di porre termine alla propria vita.

“La soluzione ai problemi delle carceri, a mio avviso, non risiede in strade estemporanee,  in passato a volte percorse,  che dopo un momentaneo beneficio ripropongono le stesse difficoltà. Occorrono interventi strutturali, su cui sto lavorando, un lavoro i cui frutti ancora forse non sono visibili, ma che mi auguro possano recare un sollievo che permanga nel tempo” ha precisato la Guardasigilli, affrontando anche il delicato problema delle aggressioni nelle carceri: “Più volte mi avete portato all’attenzione un problema che conosco molto bene e che – vi garantisco – seguo con attenzione e crescente preoccupazione: quello delle aggressioni agli agenti. Gli episodi dei primi 6 mesi del 2021 sono stati 397, cifre altissime, come lo sono gli 837 avvenuti nell’intero 2020. Nessuna violenza può mai trovare giustificazione, né tolleranza. Ogni violenza dovrà sempre essere condannata, fermata e punita. Ma soprattutto, prevenuta”.

“La Polizia Penitenziaria è un Corpo particolare, speciale ai miei occhi”: le funzioni di sorveglianza accompagnate all’opera di rieducazione, rendono il vostro lavoro importantissimo e – ha proseguito la Ministra – “l’apprezzamento per il vostro difficile compito deve esprimersi soprattutto attraverso fatti concreti”. Il chiaro riferimento al Recovery Plan ha permesso di elencare rapidamente i vari fronti su cui si è deciso di agire: l’incremento dell’organico, la formazione del personale già in servizio, l’adeguamento delle dotazioni materiali e informatiche. Ma gli interventi – illustrati in breve – riguardano anche l’edilizia carceraria, sia con il miglioramento degli spazi esistenti sia creandone di nuovi a beneficio di tutti.

Rivolgendosi ancora ai poliziotti penitenziari, la Guardasigilli ha affermato di sapere che “i bisogni superano sempre, e di gran lunga, le risposte, mai sufficienti, che stiamo approntando. So che sarebbero di ben altra entità i rinforzi necessari per la Polizia penitenziaria, come mi hanno segnalato più volte i sindacati, che giustamente sollecitano anche risposte sul rinnovo del contratto. Istanze che ho condiviso con il resto del Governo e che continuerò a sollecitare”

Marta Cartabia, congedandosi, ha ricordato che, come il motto del Corpo recita: “Despondere spem, munus nostrum“, la Polizia penitenziaria può portare “il dono della speranza laddove non sembra esserci più luce”, una speranza che può essere utile a tutti, al detenuto e a chi in carcere entra ogni giorno per assolvere al proprio dovere. Perché il carcere “è un luogo di comunità, dove la sofferenza di uno è la sofferenza di tutti, ma la speranza – al centro della missione – può diventare la speranza di ciascuno e della società intera”.