Intitolazione dell’ICAM della casa circondariale di Torino alla memoria di Maria Grazia Casazza Vigilatrice Penitenziaria (Genova 7 giugno 1960 - Torino 3 giugno 1989) MOVCM.

Feb

01

2018
Maria Grazia Casazza
Maria Grazia Casazza

Oggi alle ore 11,00, il Capo del Dipartimento Santi Consolo partecipa alla cerimonia di intitolazione dell’ICAM (istituto a custodia attenuata per detenute madri) di Torino. Sono presenti il Provveditore regionale Liberato Guerriero, il Direttore della casa circondariale “Lorusso – Cutugno” Domenico Minervini, il Comandante di Reparto Commissario Capo Giovanni B. Alberotanza, Autorità e Sonia Casazza, sorella di Maria Grazia.

I fatti
E’ il 3 giugno del 1989, Torino, Carcere “Le Vallette”, sezione femminile, notte di inizio estate. Sono circa le 23,15 le vigilatrici si accingono ad effettuare il consueto cambio di fine del turno. Nella sezione sono ospitate 96 detenute, due di loro trasmettono dalle finestre segnalazioni luminose rivolte alla sezione maschile ignorando che sotto il portico sono stati accatastati incautamente 300 materassi di resina espansa. Alcuni tozzoni accesi cadono sui materassi e in breve l’enorme massa di materiale infiammabile dà origine a uno spaventoso incendio, altissime fiamme si propagano sulle pareti esterne dell’edificio, accompagnate da ondate di calore che arrivano a 1.200 gradi. Un denso e tossico fumo nero invade la sezione “femminile. Urla disperate, trambusto, paura, confusione anche tra le stesse vigilatrici che non sanno come fronteggiare l’emergenza. Il panico si impossessa delle donne, prigioniere delle sbarre e del fumo. Maria Grazia Casazza avrebbe terminato il turno alle 24.00, si trova nella rotonda della sezione penale al primo piano, Rosetta Sisca è alla rotonda delle sezioni A e B. Entrambe, nonostante il fumo tossico abbia giù invaso i reparti, cercano disperatamente di aprire le celle della sezione penale e delle sezioni A e B.  Maria Grazia riesce ad aprire alcune celle, ma muore subito dopo aver liberato la detenuta Rosa Capogreco, che non riesce a salvarsi.
Rosetta Sisca apre diverse celle della sezione B e mette in salvo le due detenute che involontariamente avevano appiccato il fuoco. Mariagrazia e Rosetta, avvelenate dai fumi tossici sprigionatisi dall’incendio, restano a terra senza vita. Nell’incendio perdono la vita anche otto detenute.

Riconosciuta dal Ministero dell’Interno “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980, Maria Grazia Casazza è stata insignita di Medaglia d'Oro al Valor Civile alla Memoria 
Motivazione: “In occasione di un incendio sviluppatosi all'interno di un istituto di pena, si prodigava, unitamente a un collega, nel disperato tentativo di salvare alcune detenute, nella consapevole certezza di mettere a repentaglio la propria vita. Sopraffatta dalle venefiche esalazioni, s'accasciava esanime immolando la propria vita ai più nobili ideali di non comune altruismo e altissimo senso del dovere. Torino, 3 giugno 1989.”

A Rosetta Sisca, MOVCM, è intitolata la casa circondariale di Castrovillari.