Operazione anticamorra del Nucleo Investigativo Centrale

feb

28

2013
NIC
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Nella mattinata odierna, nell’ambito di una più vasta indagine volta a contrastare il fenomeno espansionistico delle attività criminali camorristico-mafiose, personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, unitamente a quello della D.I.A., nonché delle Squadre Mobili di Firenze e Caserta, stanno dando esecuzione a 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni esponenti della criminalità organizzata, i quali, tramite le loro attività illecite fornivano stabile e rilevante contributo all’associazione criminale denominata “Clan dei Casalesi”.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violenza privata, minacce nonché detenzione e porto abusivo di armi di natura clandestina.

Le manette sono scattate per alcuni affiliati al clan camorristico dei casalesi ed in particolare alle famiglie Schiavone-Iovine-Russo.

Particolarmente significative sono risultate, poi, le attività tecniche video/ambientali eseguite con il prezioso contributo del N.I.C. della Polizia Penitenziaria presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano, che hanno svelato come gli affiliati, seppur detenuti, continuassero a svolgere il proprio ruolo all'interno del clan camorrista, assicurando assistenza ai detenuti, garantendo una certa continuità nel pagamento degli stipendi agli affiliati ed ai loro familiari nonché gestendo la circolazione delle notizie su eventi esterni riguardanti le dinamiche interne del clan. Le indagini hanno, inoltre, consentito di accertare come all'interno del carcere i detenuti appartenenti a diverse organizzazioni criminali concordassero strategie comuni per condizionare l'esito di un processo in corso presso il Tribunale di Lucca sorto a seguito della denuncia, chiaramente strumentale, sporta da un affiliato al clan dei casalesi per liberarsi del suo aguzzino appartenente ad altra nota organizzazione camorrista napoletana e stabilitosi da tempo nella regione Toscana. Le conversazioni intercettate, infatti, hanno svelato l'intensità dei rapporti tra le diverse componenti della criminalità organizzata locale e nazionale e la agevole circolazione delle notizie e dei messaggi all'interno del carcere e dal carcere all'esterno e viceversa. Un rilevante contributo per la ricostruzione dei fatti criminosi e dei singoli ruoli degli affiliati all'interno del panorama criminale creatosi a seguito dei numerosi arresti, è stato fornito anche da alcuni collaboratori di giustizia, che, nel riferire sulle zone controllate dal clan dei casalesi, sulle varie estorsioni commesse in danno di imprenditori, sugli equilibri ed i rapporti di convivenza tra le varie famiglie, hanno precisato i territori controllati dal clan anche oltre la regione Campania, indicando i referenti incaricati di gestire le varie attività illecite e gli imprenditori originari di Gricignano d'Aversa che hanno svolto funzioni di supporto logistico.