Intitolazione della casa circondariale alla memoria dell’Agente Rocco D’Amato M.O.M.C.M.

dic

18

2017
Intitolazione Casa Circondariale Bologna
Intitolazione Casa Circondariale Bologna

Bologna - Si è svolta oggi la cerimonia di intitolazione della casa circondariale di Bologna alla memoria dell’Agente di Custodia Rocco D’Amato, medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria, alla presenza del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dopo i saluti del direttore dell’Istituto Claudia Clementi, del Comandante di Reparto Comm. Coord. Roberto Di Caterino, hanno preso la parola il Provveditore Regionale Enrico Sbriglia e il Capo del Dipartimento Santi Consolo. Alla presenza dei familiari di Rocco D’Amato si è proceduto alla scopertura di una stele in memoria di Rocco D’amato.
Rocco D’Amato Polla (SA) 14 marzo 1963 - Bologna 13 maggio 1983
Rocco D’Amato si era arruolato nel Corpo degli Agenti di Custodia a 19 anni. Dopo il corso di formazione presso la scuola di addestramento di Parma, fu assegnato alla casa circondariale di Bologna, all’epoca situata nel vecchio monastero di San Giovanni in Monte, dove giunse il 24 giugno del 1982. Rocco aveva dunque poco più di un anno di servizio e venti anni di età quando la mattina del 13 maggio 1983 perse la vita nella IV sezione dell’istituto.
La situazione all’interno del carcere era molto difficile, l’edificio era vetusto e inadeguato a contenere i circa 400 detenuti stipati dentro celle anguste. Erano le 10 del mattino, nel corridoio della quarta sezione Rocco D’Amato viene aggredito da un detenuto con un’arma da punta e taglio, alla coscia anteriore sinistra e al petto, che gli perfora il ventricolo destro provocando una violenta emorragia. Trasportato urgentemente all’ospedale, Rocco vi giunse già cadavere. Le indagini, attivate immediatamente dalla direzione dell’istituto, si scontrarono contro l’omertà dell’ambiente, ma grazie a fonti confidenziali fu individuato il responsabile dell’omicidio, un detenuto di origine meridionale, presente da pochi giorni nel carcere bolognese, in transito verso un altro carcere. Costui, approfittando dell’ingresso di altri due detenuti nella IV sezione per la distribuzione del sopravvitto, si era introdotto con i due con il pretesto di andare a trovare un amico. Bloccato dall’agente D’Amato, il detenuto lo minacciava con un coltello rudimentale rifiutandosi di tornare nella sezione di appartenenza. Rocco, nel tentativo di disarmarlo, veniva colpito da due fendenti, uno alla coscia destra e l’altro, mortale, al petto. Nel corso delle perquisizioni effettuate a ridosso dell’aggressione, furono trovati altri coltelli nella sezione, uno nella cella 32 e un altro, rudimentale, con la lama di circa 15 cm sporco di sangue, occultato in un bidone dei rifiuti posto fuori alla cella 31. Sfaldato il muro di omertà, tre detenuti ammisero di avere assistito all’aggressione e uno dei tre aveva nascosto l’arma del delitto nel bidone versandovi sopra altri rifiuti. Uno dei testimoni affermò che il detenuto aggressore, identificato con Franco Sessa, qualche giorno prima aveva avuto una discussione con un altro detenuto.

La Corte d’Assise d’Appello di Bologna riconobbe all’omicida Franco Sessa il vizio parziale di mente e lo condannò a 18 anni di reclusione, condanna che ha finito di scontare, usufruendo dei benefici di legge, il 31 agosto 2001.

Il 16 giugno 2009 l’Agente Rocco D’Amato è stato insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria.
Motivazione: In servizio presso l'ex Carcere Giudiziario di Bologna, nel tentativo di contrastare litigi insorti tra detenuti e di far rispettare la disciplina veniva mortalmente ferito da un recluso, perdendo tragicamente la giovane vita. Fulgido esempio di elevato spirito di servizio e non comune senso del dovere, spinti fino all'estremo sacrificio. 13 maggio 1983 – Bologna