La carriera penitenziaria è donna “Tabù sfatati, resta molto da fare”

mar

27

2019
Agenti di Polizia Penitenziaria
Agenti di Polizia Penitenziaria

 

In Italia la Pubblica Amministrazione può contare su una rappresentanza femminile, su un totale di tre milioni di dipendenti, pari al 56,6%. Dopo la scuola, il secondo comparto per presenza di donne è quello della carriera penitenziaria: sono 220 su 321 persone, per una percentuale del 69%. Un dato statistico che abbiamo analizzato con Cinzia Calandrino, capo del Provveditorato Dap del Lazio.

Anche a lei, dottoressa, risulta questa statistica e quale interpretazione ne dà?
“I dati statistici rispecchiano un cambiamento già da tempo avviato nell’ambito della Pubblica Amministrazione, dove nelle carriere un tempo considerate prettamente maschili si stanno sempre più affermando le donne. È indubbiamente cambiato il contesto sociale, stiamo raccogliendo i frutti delle battaglie portate avanti, con tanta determinazione, tra gli anni 60 e 70, da gruppi femministi che con coraggio hanno abbattuto tanti tabù. Tuttavia il cammino per una completa parità è ancora lungo perché nelle posizioni apicali, le donne stentano ad affermarsi. La gestione del potere rimane saldamente nelle mani degli uomini che decidono ancora delle nostre carriere”.

Perché, secondo lei, nell’immaginario collettivo la struttura carceraria mal si coniuga con la figura dell’operatrice penitenziaria?
“Sono entrata nell’Amministrazione penitenziaria nel 1986 e il lavoro di direttore d’Istituto penitenziario veniva visto come qualcosa di non conciliabile con la femminilità. Ricordo ancora che amici di famiglia si mostrarono perplessi su questa scelta ma per fortuna ho sempre avuto il sostegno dei miei genitori. Penso che l’ingresso nel mondo penitenziario di direttori d’Istituto e comandanti di reparto donne abbia migliorato il contesto lavorativo. Noi donne affrontiamo questo lavoro con maggiore pragmatismo, unito a sensibilità e buon senso”.

In occasione dell’8 marzo il sito gNews ha realizzato uno speciale con interviste a donne a vario titolo protagoniste nel settore dell’amministrazione della giustizia tra cui Paola Severino, Ester Soldi, Linda De Maio e Rosella Santoro, oltre a un articolo sul “sorpasso rosa” nella magistratura. La domanda è: condivide le opinioni espresse? Lei ha trovato difficoltà ad affermarsi nella sua attività?
“Ho letto le testimonianze pubblicate sul vostro sito web e posso dire che non ho avuto particolari difficoltà ad affermarmi nella carriera ma molto dipende da doti caratteriali. Sono stata educata alla piena parità dei diritti e dei doveri da parte di genitori intelligenti e lungimiranti che mi hanno dato la forza e la serenità per affrontare ogni giorno questo difficile e affascinante lavoro senza complessi d’inferiorità”.