L’ispettore con il salvataggio nel sangue

ago

26

2020
L'Ispettore Capo Fabio Renda, in servizio nella CC di Ferrara
L'Ispettore Capo Fabio Renda, in servizio nella CC di Ferrara

 

Nemmeno durante le vacanze estive il personale della Polizia Penitenziaria viene meno allo spirito di servizio che anima il Corpo. Una settimana fa era successo a Fermo, dove Giuseppe Cutillo aveva salvato bagnanti in difficoltà, ora la testimonianza arriva da Putzu Idu, sul mare di Oristano.

Il protagonista del gesto si chiama Fabio Renda, Ispettore Capo in servizio nel Nucleo Traduzioni di Ferrara, in ferie con la moglie sulle spiagge della Sardegna: “Giusto una settimana di relax, ci stavamo spostando in varie località della costa e quel giorno eravamo a Putzu Idu”, racconta.

“Ero sulla battigia, ho sentito un bambino urlare ‘Aiuto!’, ma lì per lì sembrava quasi un gioco. Poi ho visto una mano emergere dal mare a una certa distanza e sono intervenuto d’istinto”. Con l’aiuto di altri due presenti, il poliziotto penitenziario ha raggiunto il bagnante, ormai sul punto di annegare, e lo ha portato a riva.

L’uomo, un 50enne oristanese in compagnia del figlio, è stato soccorso quando era completamente sommerso dall’acqua: Renda, sulla scorta dei rudimenti avuti qualche anno fa in un corso di formazione sulla gestione del primo soccorso, ha subito liberato le funzioni della respirazione, mentre gli astanti chiamavano le autorità sanitarie locali.

“E’ stato come in un film – prosegue Renda – L’elicottero, sospeso tra la spiaggia e le adiacenti saline, non poteva atterrare e ha calato una carrucola con cui la barella è stata sollevata”.

Di origini calabresi, in servizio dal 1993, Fabio Renda ha avuto una carriera densa di responsabilità: dopo la prima assegnazione a Bologna, il GOM, l’USPEV e il NIC, tutti incarichi di alto profilo: “Eppure, in questa occasione, mi è tornato in mente un episodio accaduto a inizio carriera. Ero assegnato al Nucleo Traduzioni di Bologna e avevo portato un detenuto in tribunale per una direttissima: eravamo nella mansarda del Palazzo di Giustizia in attesa dell’udienza e all’improvviso il ragazzo ha tentato di salire sulla finestra per aprirla e gettarsi nel vuoto. L’ho salvato appena in tempo”.

Due telefonate sono arrivate al cellulare dell’Ispettore Capo, la prima – di ringraziamento – dal bagnante di Oristano, che i medici dell’Elisoccorso avevano poi messo fuori pericolo, e la seconda dal Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernardo Petralia: “Il presidente, già in questa fase iniziale dell’incarico, ha dimostrato in ogni occasione la sua vicinanza alla Polizia Penitenziaria: è stato un colloquio semplice, un saluto cordiale, di chi sa esattamente i compiti che svolgiamo ogni giorno per la collettività”.