Detenuti violenti: in cinque mesi più di milleottocento trasferimenti

mar

20

2019
Istituto Penitenziario
Istituto Penitenziario

 

A cinque mesi dalla circolare di Francesco Basentini, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, sono 1.829 i detenuti trasferiti ad altro istituto per motivi di sicurezza. Lo rivela un monitoraggio del Dap che ha raccolto i dati sui trasferimenti: sia quelli disposti dalla Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del Dipartimento, sia quelli decisi direttamente dai Provveditorati regionali, a partire dal 9 ottobre 2018 (quando Basentini firmò la nota inviata a tutti gli istituti penitenziari) al 5 marzo scorso. Si tratta di ben 520 soggetti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In particolare, 279 sono stati i provvedimenti emessi dalla DGDT nei confronti di detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza (110), media sicurezza (138), collaboratori di giustizia e congiunti di questi (31). Fra i 1.550 disposti dai Provveditorati regionali, i più numerosi sono stati quelli del PRAP Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria (341), seguito dai PRAP di Lazio, Abruzzo e Molise (232), Sicilia (231) e Puglia e Basilicata (225); pochi infine quelli disposti in Sardegna (36) e Calabria (15).

Secondo quanto previsto dalla circolare, i trasferimenti riguardano i detenuti responsabili di aggressioni, anche solo tentate, agli agenti di Polizia Penitenziaria, al personale sanitario, agli operatori o ad altri detenuti o che abbiano messo in atto qualsiasi evento a carattere violento o danneggiato beni dell’Amministrazione.

Quando il provvedimento viene adottato dai Provveditori Regionali, il detenuto viene trasferito in un altro istituto all’interno del territorio distrettuale. Nei casi più gravi, è la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento ad attivarsi, anche su impulso del Capo Dipartimento, disponendo immediatamente il trasferimento in un altro distretto. In tal modo, valorizzando l’applicazione di strumenti normativi già previsti dalla legge 354/1975, viene quindi automatizzato un meccanismo di pronta reazione deterrente al frequente ripetersi di eventi critici e violenze.