Estorsione ai danni di agenti, operazione del Nic a Palermo

set

09

2020
Il carcere Pagliarelli di Palermo
Il carcere Pagliarelli di Palermo

 

Il Nucleo Investigativo Regionale e il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere Pagliarelli di Palermo, al termine di una complessa e articolata attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito i provvedimenti emessi dal Tribunale del capoluogo siciliano che ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di due poliziotti penitenziari, Z. D. e M. F., e di obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria nei confronti di un terzo soggetto, R.A., esterno al Corpo e all’Amministrazione Penitenziaria, in relazione all’ipotesi di estorsione commessa ai danni di agenti penitenziari. Ad altri cinque indagati, di cui tre poliziotti penitenziari, sono stati notificati avvisi di garanzia.

L’operazione, partita alle prime luci dell’alba, è stata coordinata dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e ha visto l’impiego anche dei Nuclei Investigativi Regionali di Milano, Catanzaro e Cagliari.

Le indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dagli organi investigativi della Polizia Penitenziaria, hanno consentito di delineare le condotte di alcuni agenti che attraverso la promessa e la consegna di denaro e di altri benefici quale prezzo per la mediazione illecita legata a presunti contatti privilegiati con funzionari dell’Amministrazione Penitenziaria centrale, millantavano di favorire l’adozione di provvedimenti di trasferimento nei confronti di altri poliziotti penitenziari o il superamento delle prove selettive di concorsi per allievi agenti da parte di alcuni candidati.

A capo del sistema era Z.D., sospeso per un anno. Vantando inesistenti conoscenze e rapporti privilegiati con funzionari dell’Amministrazione, si faceva promettere e consegnare varie somme di denaro, quantificate tra duemila e cinquemila euro, e altri benefici con l’impegno di agevolare le procedure di trasferimento di colleghi verso sedi di lavoro più gradite o il superamento delle prove concorsuali da parte dei candidati aspiranti allievi agenti. In un’occasione, l’agente sarebbe stato anche vittima di estorsione da parte di un soggetto estraneo al Corpo e all’Amministrazione, a cui si era rivolto per il conseguimento di indebiti favori, mediante la richiesta, accompagnata da minacce, di restituzione delle somme elargite per il mancato favore.