La Polizia Penitenziaria in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo

lug

06

2019
Commissario Capo di Polizia Penitenziaria. Teca che custodisce l'auto in cui viaggiava Giovanni Falcone
Commissario Capo di Polizia Penitenziaria. Teca che custodisce l'auto in cui viaggiava Giovanni Falcone

 

Il prossimo lunedì 8 luglio, ricorrerà il 202° anniversario di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, la Forza di Polizia incaricata dallo Stato di garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri, presupposto fondamentale per restituire alla società persone che in carcere vivono la detenzione come opportunità per nuove scelte di vita.

Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria si trovano a fronteggiare una moltitudine di vicende umane, spesso molto complesse perché anche le situazioni banali, vissute nelle carceri, si amplificano a dismisura.

Lo sforzo maggiore però, il Corpo di Polizia Penitenziaria lo mette in atto quotidianamente nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Sono oltre settecento le persone detenute a cui è stato applicato il regime speciale detentivo previsto dall’articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario e oltre novemila le persone in “Alta Sicurezza”, persone cioè alle quali è stato disapplicato il 41bis, ma anche persone direttamente collegate con le più pericolose organizzazioni criminali, nate in Italia, ma che sono riuscite a diffondersi in tutto il mondo.

Il Corpo ha saputo adempiere al compito affidatogli di combattere il prima linea la criminalità organizzata e il terrorismo grazie al controllo e alla repressione costante di ogni tentativo di continuare ad impartire ordini dall’interno delle carceri da parte dei boss mafiosi e di ricevere comunicazioni dall'esterno, ma anche diventando strumento ed impulso, alla magistratura e alle altre Forze dell’Ordine, per la creazione di nuovi filoni di indagine e per ricostruire la mappa delle nuove alleanze e ramificazioni delle mafie. La “carriera” criminale dei boss mafiosi infatti, non si interrompe con la condanna definitiva, ma tenta di perpetuarsi anche all’interno degli istituti penitenziari. Per contrastarli, lo Stato ha dotato la Polizia Penitenziaria del Gruppo Operativo Mobile (GOM), del Nucleo Investigativo Centrale (NIC) e, più di recente, ha predisposto la presenza di un gruppo di Poliziotti penitenziari nella Direzione Investigativa Antimafia con il compito di analisi delle informazioni, alle dipendenze del Procuratore nazionale antimafia

In questi mesi inoltre, il modello penitenziario italiano e l’esperienza maturata dalla Polizia Penitenziaria nel contrasto alla criminalità organizzata, sono allo studio del "El PAcCTO", il Programma quinquennale di assistenza contro il crimine transnazionale che vede la collaborazione di Unione Europea e America Latina. Un Programma nel quale l'Italia gioca un ruolo importante, visto che proprio al nostro Paese è stato affidato il compito di dirigere le attività nel settore penitenziario.

Il 202° anno di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria si celebrerà il prossimo lunedì 8 luglio, con trasmissione in diretta tv su RAI 3 a partire dalle ore 18.00.