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Vela

Prova di maturità per Bissaro: meglio un anno in più per preparare Tokyo

mag

27

2020
Vittorio Bissaro con la partner Maelle Frascari
Vittorio Bissaro con la partner Maelle Frascari

Vittorio Bissaro, classe ’87, ha rappresentato i colori azzurri nella vela mondiale alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, ottenendo un quinto posto e ha portato l’Italia e le Fiamme Azzurre in vetta al mondo nel 2019, vincendo la medaglia d’oro (insieme alla sua compagna Maelle Frascari, CC Aniene) ai campionati iridati di Auckland, in Nuova Zelanda, nel catamarano misto foiling Nacra 17.

Ci racconti come tu e Maelle avete costruito il successo mondiale dell’anno scorso ad Auckland?“E’ un lavoro che parte da molto lontano. Vincere un mondiale non è mai facile ma in realtà non è stato il primo risultato importante per me e Maelle, già a Marsiglia o Palma nel 2019 avevamo fatto bellissime regate insieme. Siccome negli appuntamenti premondiali non eravamo andati forte, il valore più bello è stato rimanere stabili e concentrati nei momenti duri, continuando a credere in noi stessi”.

Capitolo Olimpiadi: a Rio nel 2016 arrivò un quinto posto ‘amaro’, ora come stai vivendo lo slittamento dei Giochi di Tokyo?  
“Mi ha sempre bruciato il quinto posto finale alle Olimpiadi in Brasile perché prima dell’ultimo giorno eravamo secondi ma, più passa il tempo, e più guardo indietro con affetto. Silvia Sicouri e io eravamo competitivi ma molto acerbi ancora e lo abbiamo pagato. Ora, alla mia seconda esperienza, vivo con meno stress l’appuntamento olimpico e con più serenità il percorso. Sono quindi felice che duri un anno in più perché credo in noi e nel fatto di poter continuare a crescere”.

Una laurea in Ingegneria Aerospaziale e una magistrale in Ingegneria Aeronautica, queste competenze di altissimo profilo influiscono sul tuo approccio alla vela? 
“Beh, sì… Un pochino aiutano a rendere veloce la barca, tuttavia sento che in certe circostanze troppa teoria è anche un freno perché limita la creatività. In questa fase sto cercando il miglior compromesso tra teoria e istinto e le cose sembrano funzionare”.

Che cosa vuol dire per te fare parte delle Fiamme Azzurre? C’è un messaggio che vuoi inviare ai colleghi impegnati nelle carceri italiane? 
Mi ha sempre reso molto orgoglioso rappresentare le Fiamme Azzurre perché ho conosciuto moltissime personalità forti e preparate ma che sapevano ascoltare nei momenti importanti. Questi valori li ho poi trovati anche una volta che entravo negli istituti (io sono di stanza alla Casa Circondariale di Verona). Sarà il difficile ruolo di rieducazione e comunque la vicinanza con persone con un passato difficile ma c’è un valore umano di fondo molto bello. Il messaggio perciò è questo: sono orgoglioso del gruppo che rappresento, spero lo siate anche voi!”.