Il Santo Patrono

Eusebio di Cesarea narra che durante la persecuzione di Settimio Severo, mentre i catechesi della scuola alessandrina si erano dispersi, Origene, allora diciassettenne, avvicinato da alcuni pagani amanti della verità, prese ad istruirli nella fede cristiana con tale dottrina e con tale ardore che, diffusasi la fama, ben presto accorsero a lui anche pagani colti e persino filosofi.
Tutti costoro, conquistati da lui alla fede di Cristo, rifulsero in quel tempo di persecuzione e molti di essi affrontarono il martirio.
Fra questi ultimi Eusebio ricorda, nell'ordine, Plutarco, Sereno, Eraclide, Erone, un altro Sereno, e, al settimo posto, Basilide, sul quale si sofferma ampiamente, intrecciandone la storia con quella della vergine Potamiena e della madre Marcella.
Secondo Eusebio, Basilide era uno dei soldati addetti a scortare i condannati al luogo del supplizio. Aveva assistito ad alcune lezioni di Origene, riportandone una profonda simpatia per il cristianesimo e per i cristiani, ma non si era ancora deciso a ricevere il battesimo.
Il giudice Aquila fece arrestare, tra i tanti, anche Potamiena, vergine cristiana, famosa per la sua bellezza non meno che per la sua virtù, la quale già aveva dovuto tanto lottare per sottrarsi alle proposte di pretendenti follemente innamorati.
Sottoposta a orribili torture, la vergine restò incrollabile nella fede e subì il suo destino. Quando il giudice minacciò di abbandonarla ai gladiatori per essere violentata, ella rispose con tanta nobiltà e fierezza da far meravigliare lo stesso giudice: fu subito condannata a morte, e l'incarico di accompagnarla al supplizio fu affidato al soldato Basilide.
Nel tragitto dal tribunale al luogo del supplizio, mentre la plebaglia cercava di oltraggiare con grossolani insulti la donna, Basilide la protesse, respingendo coraggiosamente gli scalmanati e dimostrandole compassione e simpatia. Toccata dall'insolito contegno del soldato, Potamiena gli promise che, per contraccambiarlo, avrebbe pregato per la sua salvezza quando fosse giunta al cospetto di Dio.
Sopportò poi eroicamente l'atroce martirio: venne, infatti, lentamente cosparsa di pece, infiammata su tutto il corpo, dai piedi alla testa.
A questo punto Eusebio aggiunge che insieme alla giovane Potamiena morì anche la madre Marcella. Passarono solo pochi giorni e Basilide seguì l'esempio di Potamiena: durante un processo, invitato dai suoi commilitoni a prestare giuramento, egli rifiutò dichiarandosi cristiano fra lo stupore e l'incredulità di tutti.
Poiché persisteva nelle sue affermazioni, fu condotto dinanzi al giudice. Confermati il suo rifiuto e la sua professione di fede, fu gettato in carcere. Ai cristiani che si recavano a visitarlo, Basilide svelò che Potamiena, tre giorni dopo il suo martirio, gli era apparsa di notte e gli aveva posto una corona sul capo, dicendogli che aveva implorato per lui grazia dal Signore, che la sua preghiera era stata esaudita e che fra poco sarebbe venuta a prenderlo. Fu battezzato nella stessa prigione e, il giorno successivo, decapitato.
Il Martirologio Romano ricorda da solo San Basilide il 30 giugno. Con decreto della Sacra Congregazione dei riti del 2 settembre 1948, San Basilide è stato proclamato patrono del Corpo degli Agenti di Custodia, oggi Polizia Penitenziaria.
Il 30 giugno, gli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria celebrano la festa di San Basilide martire, il cui culto è unito a quello di Santa Potamiena e Santa Marcella.
Le spoglie di San Basilide sono custodite in un'urna posta nella navata sinistra , nella cappella dell'Assunta, del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano. Alcuni frammenti delle reliquie del Santo si trovano presso l'Abbazia di San Basilide a Badia Cavana (PR) in una cripta sotto l'altare.